La storia di Josko Gravner inizia negli anni Novanta. Josko faceva vini di successo, in linea con lo spirito del tempo. Quindi largo uso di vitigni internazionali come chardonnay, sauvignon, fermentazioni a temperatura controllata, affinamento in barrique, chiarifiche, filtrazioni. A un certo punto si rese conto che erano vini che rispondevano ai parametri del mercato, ma non rappresentavano più lui, né l’identità della sua terra.
Racconta che a segnare definitivamente la sua crisi è un viaggio nell’87 in California, dove passa in rassegna tutta l’avanguardia tecnologica che è stata messa al servizio dell’enologia. Torna a Oslavia irrequieto e quando assaggia un sauvignon friulano che ha lo stesso aroma di un vino californiano, decide di dire basta! E nonostante le difficoltà prende una decisione: ripensare il vino da capo! Già dal ’94 sperimenta la macerazione sulle bucce anche per i bianchi, che poi è la tecnica di vinificazione tradizionale, cancellata da soli trent’anni di euforia per la viticultura industriale.
Nel ’97 un amico gli porta un’anfora Qvevri, tipica anfora georgiana, e Josko Gravner si innamora della fermentazione in anfora (perché, dice, è molto più stabile). Inoltre la terracotta è il materiale con cui nel Caucaso si fa il vino, da che il vino è stato inventato. Nel 2000 farà il primo viaggio in Georgia, alla ricerca di qualche produttore di anfore, e passeranno altri anni prima di riuscire a farsele spedire, riceverle quasi tutte rotte, insistere. Dal 2006 tutti i vini di Gravner, bianchi e rossi, fanno la fermentazione in anfora.
La Ribolla Gialla di Gravner è ritenuta all’unisono una delle migliori versioni di questo vitigno. Se non la migliore! La Ribolla è autoctona del Collio Goriziano e con la macerazione riesce a dare il meglio delle proprie potenzialità. “Prendo ciò che la natura mi dà” questa è la filosofia di Josko. Infatti la sua Ribolla affina in anfora senza il controllo della temperatura e del grado zuccherino seguendo i ritmi della natura e le fasi lunari. Un bianco che assomiglia più ad un rosso, lunghe macerazioni, profilo aromatico profondo, grande persistenza insomma poesia nel bicchiere.
I vini
Gravner Ribolla dell’annata 2016 nasce da una annata piovosa. Le precipitazioni dalla primavera sono proseguite anche durante l’estate. A temperature generalmente moderate ha fatto seguito lo sviluppo di botrite in autunno.
Come ogni Ribolla di Gravner, le uve fermentano con una lunga macerazione in anfore georgiane interrate, con lieviti indigeni e senza alcun controllo della temperatura. A seguito della svinatura e della torchiatura, torna poi in anfora per almeno 5 mesi, e dopo segue l’affinamento in botti di rovere per circa 6 anni.
Uve: procanico, trebbiano, ansonica e una piccola percentuale di san colombano, duropersico
Macerazione: 7-12 giorni
Affinamento: acciaio
Regione: Roccalbegna, Toscana
L’azienda Ugo Contini Bonacossi nasce nel 2011 grazie al coraggio del 28enne Ugo che abbandona la certezza di un lavoro a tempo indeterminato nell’azienda di famiglia per trasferirsi a Roccalbegna, paese materno, nella Maremma Toscana, dove aveva trascorso i momenti più spensierati della sua infanzia.
Ha acquistato 5 ettari, nel 2014 l’impianto della vigna di uva rossa e nel 2015 quella di uva bianca. Da questi nel 2021 sono nati l’Armancione e l’Ughetto annata 2019.
Lavora nel pieno rispetto della natura abbracciando la filosofia naturale, senza interventismi o pratiche enologiche invasive rispettando la tradizione del territorio rocchigiano.
In campagna pratica l’agricoltura biologica con l’uso di lieviti indigeni, fermentazioni spontanee, senza aggiungere solfiti.
Il Grandinello è il vino strano dell’azienda: il risultato di una grandinata ad Agosto che ha sconvolto i piani di Ugo: le uve non erano a piena maturazione e il risultato è la bassa gradazione alcolica.
Un vino che sconvolge in positivo con quella sensazione dolciastra che lascia in bocca. Da provare assolutamente, crea dipendenza!
Note di degustazione: colore ambrato. Aromi di albicocca matura, pesca sciroppata, scorza di arancia rossa, finocchietto e sensazione salmastra. Al palato ha tannini evidenti, bella freschezza, leggera sensazione dolce con un finale che ricorda l’arancia candita.
Abbinamento: tagliere con formaggi erborinati, crostata di fichi
Note di degustazione: ci accorgiamo subito del bellissimo colore dorato, con un deciso impatto di frutta fresca al naso, un agrume inconfondibile con un susseguirsi di profumi di arancia e bergamotto, fiori gialli freschi, mimosa e girasole.
Ben delineati sono i ricordi di pietra focaia. Presenta un finale di mela cotogna speziata. Nonostante la lunga macerazione la componente tannica rimane ben equilibrata, con un ritorno agrumato, in particolar modo di mandarino cinese. Al palato è asciutto con un finale molto agrumato che entusiasma.
L’acidità è ben presente ma non punge! Direi esperimento pienamente riuscito! Non lasciatevi sfuggire una delle sole 600 bottiglie prodotte per questa 2022!
Abbinamento: formaggi freschi, spaghetti alla beccafico
Note di degustazione: è un prodotto integro e compatto, senza spigoli e molto elegante. Si presenta intrigante e per niente arrogante! i sentori di frutta bianca dolce, di uva e di pera si bilanciano con una nota leggera di albicocca nel finale.
Sicuramente è un vino che migliora con l’attesa, dando il meglio di sé all’assaggio spensierato (invece che analizzato in ogni suo aspetto!). Al tavolo piacerà sicuramente a tutti, senza stuccare nessuno. Difatti un indicatore della buona riuscita di un vino è sicuramente la vista della bottiglia vuota!! Come si dice: “un sorso chiama l’altro non per la profondità di intenti ma per la bontà e pienezza del sorso”
Abbinamento: risotto parmigiano e fiori di zucca. Ovviamente di stagione!
Note di degustazione: Leggere Riffault evoca sempre un certo rispetto e ammirazione! Scordatevi il classico Sauvignon Blanc con aromi di peperone verde e foglia di pomodoro. Classico vino da valutare senza farsi condizionare dal colore nel bicchiere. Un vino di polpa e sostanza, senza voli pindarici ma con pienezza e gusto!
Al naso si spazia dal tè alla pesca al miele ma chiari sono i ricordi di brezze marine. Il sorso è coerente al naso, di pieno corpo e con tannini vibranti. Presenta una bella acidità che riesce a sostenere la rotondità donata dalla botrite, snellendo ed equilibrando il vino. Occhi lucidi durante la degustazione, ti rapisce il cuore!!