Il vino, in un’anfora, ci deve essere nato.
Gli Orange Wines, o Vini Arancioni, hanno le loro radici nelle antiche anfore di terracotta. Si dice che siano state proprio le qvevri caucasiche a ospitare la prima vinificazione conosciuta, datata a circa 6000 a.C., nella regione oggi conosciuta come Georgia. Questa millenaria tradizione è stata riportata alla luce negli ultimi trent’anni grazie a vignaioli audaci e produttori determinati.
Immaginate di esplorare una soffitta polverosa e di scoprire un oggetto antico nascosto tra le vecchie cose dimenticate, l’invenzione degli ultimi anni non è altro che un ritorno alla tradizione.
Josko Gravner merita il riconoscimento per aver reso popolare il metodo millenario di vinificazione in anfore di terracotta al di fuori del Caucaso. Tuttavia, sono i produttori georgiani che hanno mantenuto viva la memoria di questa pratica durante il periodo sovietico, facendone un simbolo della loro identità nazionale. Questo ha portato a una vera rinascita dei vini in anfora, dimostrando che la terracotta può competere con legno, acciaio e cemento nel mondo dell’enologia moderna.
Terracotta e legno
La terracotta condivide con il legno la sua porosità, che dipende dalla composizione dell’argilla e dalla temperatura di cottura. Questo permette uno scambio di ossigeno con il vino che arricchisce il suo sapore e colore. Allo stesso tempo, la terracotta mantiene intatta l’identità della materia prima, simile all’acciaio, essendo un materiale neutro. Se cercate la purezza del frutto in un calice, la vinificazione in anfora è la scelta ideale. Tuttavia, ci sono eccezioni, come i vini che maturano per molto tempo in anfore giovani, dove si possono notare sottili sfumature terrose.
La terracotta condivide con il cemento un’inerzia termica che previene sbalzi di temperatura nel vino. Questa caratteristica è valida per tutte le anfore, soprattutto se vengono interrate, come avviene spesso in Georgia.
Oltre al grado di cottura, la forma e le dimensioni delle anfore possono variare notevolmente, creando stili diversi a seconda della provenienza. Ad esempio, in Turchia si utilizzano le kups, che sono impiegate esclusivamente sopra terra. In Spagna, si producono le tinajas, che sono cotte a temperature elevate e più piccole. In Italia, le anfore di terracotta della zona di Impruneta e i clayver in gres porcellanato stanno guadagnando popolarità.
L’uso delle anfore va oltre una semplice scelta tecnica; rappresenta un archetipo della millenaria tradizione vinicola. Questa pratica non è solo una questione di fisica, ma simboleggia l’antica arte di fare il vino, intrecciando la storia con la filosofia e regalando un aroma di passato e futuro.
Tava
Le anfore TAVA sono state una scoperta recente andando per fiere, come spiegato di vignaioli si tratta di un impasto ceramico esclusivo per una vinificazione di qualità. Come si può verificare dal loro sito :
Le anfore Tava sono il frutto di una collaborazione fra tecnici specializzati nella produzione di impasti ceramici, enologi e produttori vinicoli. Questa stretta collaborazione, volta alla ricerca di materiali che possano rispondere al meglio alle esigenze delle cantine, ci ha permesso di sviluppare, dopo anni di sperimentazione sul campo, una particolare miscela fra le principali famiglie nel panorama dei prodotti ceramici“.
Le anfore Tava sono il frutto di una collaborazione fra tecnici specializzati nella produzione di impasti ceramici, enologi e produttori vinicoli. Questa stretta collaborazione, volta alla ricerca di materiali che possano rispondere al meglio alle esigenze delle cantine, ci ha permesso di sviluppare, dopo anni di sperimentazione sul campo, una particolare miscela fra le principali famiglie nel panorama dei prodotti ceramici”. La particolarità è nella cottura a altissime temperature che vanno da 1200° ai 1260°
tava s.r.l
Questo processo diminuisce grandezza dei pori, limitando e regolando così il contatto tra il mosto e l’ossigeno che generalmente è ben presente nelle anfore di terracotta. Questo facilita notevolmente anche le operazioni di pulizia in quanto il materiale da pulire si annida solamente nella parte più superficiale a contatto con il liquido. L’isolamento termico è elevatissimo e questo, ovviamente, non può che essere un pregio per il vino in divenire ma anche per la maturazione dello stesso.
Impruneta
Nel cuore del Chianti, in provincia di Firenze, si producono anfore di terracotta dal 2008, precisamente nella fornace Artenova.
Come è possibile scoprire dal loro sito, il materiale di partenza, la terracotta di Impruneta è presente soltanto in una ristretta area geografica intorno al paese. La tecnica utilizzata nella loro costruzione è detta “a colombino”, (no spoiler andate sul sito a vedere le bellissime immagini).
La temperatura di cottura è di circa 1000 gradi e le forme e dimensioni variano molto, tutte però caratterizzate dal tipico colore della terracotta imprunetina.
Negli anni ho assaggiato molti vini che affinano in terracotta e devo dire che sempre li ho trovati “spiazzanti”. Il sangiovese, varietà che maggiormente bevo, esce trasformato, per me irriconoscibile. Non dico peggiore ma neanche migliore dico diverso. L’anfora vista come oggetto di design in cantina è bellissima, resta da vedere se non lo sia solo per le foto.
Anfore di Terracotta e vino naturale
Una credenza che spesso sentiamo dire è che chi utilizza l’anfora come materiale è sicuramente un produttore di vino naturale. In realtà, oltre al fatto che questo termine non abbia una rilevanza assolta, l’utilizzo dell’anfora di terracotta non determina assolutamente se un vino sia naturale o no.
La scelta di operazioni in vigna e in cantina rispettose dell’ambiente fa si che si possa avere questa “etichetta”.
Lascia un commento