Vino Naturale, la visione di HappyOrange.Wine?

Il termine vino naturale è utilizzato ed abusato per descrivere un approccio alla produzione del vino.

Questa si concentra sull’utilizzo di metodi e ingredienti poco impattanti, minimizzando o evitando l’uso di sostanze chimiche o additivi.

L’obiettivo principale dei produttori di vino naturale è quello di ottenere un prodotto il più possibile puro, riflesso dell’espressione del terroir (l’insieme delle caratteristiche ambientali e umane di un’area vitivinicola che influenzano il vino prodotto) e delle uve utilizzate.

  1. Uve biologiche o biodinamiche: La maggior parte dei produttori di vino naturale utilizza uve coltivate senza l’uso di pesticidi chimici o fertilizzanti sintetici. Alcuni possono anche adottare pratiche biodinamiche, che si basano su un approccio olistico all’agricoltura e all’equilibrio degli ecosistemi. Anche su questo punto non è necessaria la presenza di un “bollino” che identifichi l’essere Bio dell’azienda ci si fida del produttore…
  2. Fermentazione spontanea: la fermentazione avviene attraverso i lieviti presenti naturalmente sulla buccia dell’uva, senza l’aggiunta di lieviti commerciali selezionati. Questo processo può contribuire a una maggiore complessità aromatica e gustativa sicuramente evitando di banalizzare il prodotto alla ricerca di aromi uguali in ogni parte del mondo.
  3. Minima o nessuna aggiunta di solforosa: la solforosa è un additivo comunemente utilizzato nella vinificazione per prevenire l’ossidazione e garantire la stabilità del vino. Tuttavia, i produttori di vino naturale tendono ad aggiungere solo quantità minime o addirittura nessuna solforosa al vino, consentendo al vino di evolversi in modo meno ingessato. Ovviamente ci si espone a rischi maggiori e si necessita un prodotto di partenza integro e senza problemi.
  4. Intervento minimale: i produttori di vino naturale cercano di intervenire il meno possibile nel processo di vinificazione. Questo significa evitare l’uso di additivi come enzimi, correzioni di acidità, tannini o chiarificanti artificiali, tutti additivi permessi nel mondo del Bio. Gli additivi presenti ammessi nel disciplinare Bio necessitano di un successivo articolo.
  5. Vino non filtrato o chiarificato: molti vini naturali non vengono sottoposti a processi di filtrazione o chiarificazione per rimuovere particelle solide o torbidezze. Ciò può dare al vino una maggiore opacità o presenza di sedimenti. Generalmente si scegli la strada della chiarifica statica con il processo di decantazione, in cui la massa viene lasciata riposare, sul fondo del contenitore andranno a depositarsi le particelle più pesanti illimpidendo il liquido.

Il vino detto “naturale”, non avendo un disciplinare condiviso di riferimento, necessita di una maggiore accortezza quando vogliamo essere sicuri di acquistarlo. La scelta migliore è quella di conoscere direttamente il produttore o quella di rivolgersi a rivenditori di comprovata fiducia che garantiscono l’effettiva naturalità del prodotto.

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Anche la frequente domanda riguardante i solfiti nasce spesso da una percezione errata delle loro caratteristiche, usi e vantaggi. In un articolo precedente abbiamo chiarito che i solfiti non dovrebbero essere demonizzati per sé stessi, ma è fondamentale comprendere la loro pericolosità in relazione a allergie personali o alle quantità presenti. Il consumatore di bevande alcoliche dovrebbe costantemente prestare attenzione ai vari componenti presenti nel vino, inclusi quelli presenti nel vino naturale. Tuttavia, è essenziale ricordare che il componente più rischioso rimane l’alcol stesso.

Tipico esempio di abuso di solfiti…Alcol!

L’anidride solforosa è un elemento naturale presente nel vino, utilizzato dai viticoltori per diverse finalità durante il processo di vinificazione. Le sue principali funzioni includono:

  1. Conservante: L’anidride solforosa agisce come conservante naturale, proteggendo il vino da processi di ossidazione e deterioramento microbiologico. Questo contribuisce a preservare la freschezza e la qualità del vino nel tempo.
  2. Stabilizzante: La SO2 stabilizza il vino, prevenendo la formazione eccessiva di acidi volatili e contribuendo a mantenere la composizione chimica del vino entro limiti accettabili.
  3. Antiossidante: L’anidride solforosa svolge un ruolo chiave nel proteggere gli aromi del vino dall’azione dannosa dell’ossigeno, preservando così la fragranza e la struttura del prodotto finale.

Quello che intendiamo noi per vino naturale è sovrapponibile alla definizione di artigianale. In vigna massimo rispetto del territorio, senza utitlizzo di sostanze di sintesi e con una gestione sia della vigna che del territorio circostante rispettosa dell’ecosistema. In cantina pratiche di travaso e chiarifiche statiche, utilizzando i solfiti in modo minimo solo per garantire stabilità di spedizione del vino. Il lavoro umano deve essere manuale e retribuito giustamente. le bottiglie e i materiali utilizzati devono impattare al minimo sia come uso sia come peso.

In Francia, come riporta Federvini, vignaioli hanno deciso di regolamentare la questione, sono andati quindi a stilare dei punti imprescindibili per poter ottenere la dicitura e il logo Vin Méthode Nature apposto sulla bottiglia, anzi dai due loghi, simili ma che specificano se è totalmente senza solfiti aggiunti e i < 30 mg/L di solfiti aggiunti.

  • uva biologica (certificata)
  • raccolta manuale
  • nessuna modifica ai parametri chimico fisici del mosto
  • fermentazione da lieviti indigeni, nessun additivo né tecniche produttive invasive
  • aggiunta di solfiti concessa solo prima dell’imbottigliamento e fino a un massimo di 30mg/L.

Per chi si volesse infrormare direttamente sul sito francese dell’associzaione Vin Méthode Nature lascio qua il link.

È importante notare che NON esiste una definizione ufficiale o standardizzata per il vino naturale, e le pratiche possono variare tra i produttori. Alcuni possono aderire a rigorosi principi di produzione naturale, mentre altri possono adottare un approccio più flessibile. La chiave è che il vino naturale si basa su un’etica di produzione che mira a preservare l’autenticità e l’integrità del vino.

Spesso ci dimentichiamo anche che il vino è fatto di lavoro, e anche questo, in un’ottica di equilibrio deve essere messo sul piatto della bilancia, il lavoro in quanto tale deve essere giustamente retribuito.

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