Non potevameo non iniziare la rubrica dedicata ai vini sul vino con il libro Amber Revolution di Simon J. Woolf.
Introduzione al libro
Gli Orange Wine, noti anche come vini bianchi macerati, sono diventati negli ultimi anni il simbolo di una rivoluzione enologica che ha riportato alla ribalta tecniche di vinificazione antiche, ma spesso dimenticate. Simon J. Woolf, giornalista pluripremiato e autore di Amber Revolution, esplora in modo dettagliato e coinvolgente la storia, l’evoluzione e la rinascita di questi vini. Tradotto in italiano e pubblicato da Edizioni Ampelos, il libro rappresenta una guida completa per chi desidera comprendere il fascino e l’importanza di questa particolare categoria. Un viaggio che attraversa culture, tradizioni e territori, alla scoperta di vini che stanno conquistando un posto d’onore nel panorama mondiale.
Un libro per raccontare una rivoluzione
Amber Revolution è il primo libro interamente dedicato agli Orange Wine, definito da molti una vera e propria opera pionieristica. Con le sue 308 pagine arricchite da splendide fotografie scattate da Ryan Opaz, l’opera di Simon J. Woolf non è solo un manuale tecnico, ma un racconto appassionante. L’autore accompagna il lettore in un viaggio tra storie di vita, tradizioni locali e scelte audaci di produttori visionari.
Il libro analizza le radici di questi vini, raccontandone il declino e la successiva rinascita grazie a una manciata di produttori che hanno sfidato le convenzioni. Uno dei protagonisti è Josko Gravner, che ha abbandonato le tecniche moderne per abbracciare un ritorno alla semplicità e alle radici della vinificazione. Le scelte di Gravner e altri pionieri hanno portato a una rivoluzione stilistica che ha ridefinito il concetto di vino bianco.
L’Italia e il ruolo dei pionieri
L’Italia occupa un posto di rilievo nella storia degli Orange Wine. Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Georgia sono i territori che Woolf identifica come i principali centri di produzione e innovazione di questa categoria. In particolare, il Friuli ha visto nascere alcune delle figure più emblematiche del movimento, tra cui Josko Gravner e Stanko Radikon. Gravner, un tempo considerato uno dei migliori produttori di vino bianco in Italia, ha rivoluzionato il suo approccio alla vinificazione nel 1997, ispirandosi alle tradizioni georgiane e all’uso dei qvevri, i tradizionali vasi in terracotta.
Tuttavia, la normativa italiana non è sempre stata favorevole. Molti Orange Wine devono essere etichettati semplicemente come “vino bianco”, una scelta che spesso non rende giustizia alla complessità e all’unicita di questi prodotti. Nonostante queste difficoltà, l’Italia rimane un paradiso per gli appassionati di Orange Wine, grazie alla passione e all’impegno di produttori che continuano a sfidare le convenzioni.
La versatilità degli Orange Wine
Una delle caratteristiche più affascinanti degli Orange Wine è la loro capacità di combinare elementi distintivi dei vini bianchi e dei vini rossi. Da un lato, la loro acidità vivace e i profumi fruttati li avvicinano ai bianchi; dall’altro, la loro struttura tannica e la complessità li rendono simili ai rossi. Questa dualità li rende estremamente versatili in termini di abbinamenti gastronomici, permettendo di accompagnare piatti che spaziano dal pesce alla carne.
Simon J. Woolf sottolinea l’importanza di servire gli Orange Wine alla temperatura giusta, che varia in base allo stile specifico. I vini più leggeri e morbidi si prestano a temperature più basse, mentre quelli più strutturati possono essere serviti leggermente più caldi. Anche la scelta del calice è fondamentale: produttori come Gravner e Movia hanno addirittura progettato bicchieri specifici per esaltare al meglio le caratteristiche dei loro vini.
Un fenomeno globale
Oggi, le cantine che producono Orange Wine si contano a migliaia in tutto il mondo. Sebbene molte siano piccole realtà con produzioni limitate, l’interesse per questa categoria è in costante crescita. Woolf dedica un’ampia sezione del libro a un elenco di 180 produttori raccomandati, provenienti da 20 paesi diversi. Questo elenco, seppur migliorabile, offre una panoramica dettagliata della diversità e della qualità disponibili sul mercato globale.
Tra i territori più rappresentati spiccano l’Italia, la Slovenia e la Georgia, ma anche altri paesi come Austria, Francia e Stati Uniti stanno emergendo come protagonisti. Gli Orange Wine non sono più una curiosità di nicchia: sono diventati una categoria riconosciuta e rispettata, apprezzata sia dagli esperti che dai consumatori.
Un messaggio di autenticita
Nel libro, Woolf esplora non solo la tecnica, ma anche la filosofia che sta alla base degli Orange Wine. Come sottolinea Attilio Scienza nella prefazione, questi vini rappresentano un “ritorno al futuro”: un modo per riconnettersi con la terra, le tradizioni e l’autenticità. Questo messaggio risuona forte in un’epoca in cui molti consumatori cercano prodotti che abbiano una storia e un’anima.
Gli Orange Wine incarnano questa ricerca di autenticita. Non sono solo vini, ma simboli di una lotta contro l’omologazione e a favore della diversità. Come scrive Woolf: “Solo due decenni fa sarebbe stato impossibile scrivere un libro degno di nota sugli orange wine che, all’epoca, non avevano nemmeno un nome. Ora invece l’unico problema è cosa tralasciare dell’argomento”.
Conclusione
Amber Revolution è molto più di un libro sui vini: è un manifesto per la riscoperta delle tradizioni e l’apprezzamento della diversità enologica. Con il suo stile coinvolgente e la sua attenzione ai dettagli, Simon J. Woolf offre una visione unica di una categoria che ha saputo conquistare il cuore di produttori e consumatori in tutto il mondo. Una lettura imperdibile per chiunque voglia immergersi nel mondo affascinante degli Orange Wine e lasciarsi ispirare dalle storie di passione e innovazione che li caratterizzano.
Dettagli del libro:
- Titolo: Amber Revolution: How the World Learned to Love Orange Wine
- Autore: Simon J. Woolf
- Editore: Edizioni Ampelos
- Pagine: 308
- Prezzo: €30,00
- ISBN: 978-88-31286-01-5
Buona lettura!
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